La malinconia della mediocrità


La mediocrità sembra qualcosa di poco diffuso; quello stato offensivo in cui potrebbero finire le poche persone che sbagliano qualcosa. Ad un'attenta riflessione invece si scoprirebbe che non solo ad essere mediocri non siamo in pochi ma in realtà siamo la maggior parte.

Intendiamoci però, cos'è l'essere mediocri? L'essere mediocri è quello stato di sufficienza, di vivo lasciando vivere; è quella nostra vita passata tra famiglia e lavoro incuranti del mondo attorno a noi che ci aspetta per essere plasmato e cambiato. L'essere mediocri è quel felice vivere cercando di schivare l'imprevisto fortificando delle sicurezze apparenti nel giardino di casa; l'essere mediocri è non vedere l'infinito bisogno di aiuto che la società cerca da ognuno di noi. La società ma anche il vivere di tutti, le esperienze collettive, i bisogni degli altri e le necessità di tante persone che non trovano aiuto da altri perché proprio "noi altri" siamo ormai chiusi nel nostro quotidiano viver disincantati. Per l'appunto, mediocri!

Scatto che ritrae il parlamento europeo

E così mi si è mosso l'animo dopo aver appreso che Ilaria Salis ce l'ha fatta a finire eletta per il parlamento europeo, la campagna mediatica iniziata dal padre ha ottenuto i risultati sperati e così potrà svincolarsi dall'obbligo dei domiciliari ungheresi.

La mia mediocrità così mi ha dato addosso un'incredibile malinconia perché la sua storia è la prova di come, nel mondo, fare è aver in ogni caso successo quale che sia il motivo etico che ne sta alla base. Non importa cosa fai e in che direzione va il tuo fare, solo perché ti muovi e smuovi allora potrai sempre trovare una base elettorale pronta a darti la sua preferenza e come nel suo caso permetterle un'elezione provvidenziale anche sul piano giudiziario.

L'assurdo però è come tutto si muova intorno alla capacità di tramutare in mediatico un caso che avrebbe solo profili meramente giudiziari condendolo di ideologia e fini politici che all'occorrenza permettono di smuovere il voto di chi è pronto a voler sostenere qualche battaglia. Meglio se contro il sistema e controcorrente.

Alla fine invece le battaglie vere e importanti credo siano battute nel silenzio e nel quotidiano, con un basso profilo e semisconosciute portano aiuto reale in realtà di difficoltà e bisogno; la carità non ha bisogno di essere strombazzata, non ha bisogno di un alto profilo mediatico, ma agisce dove più serve senza clamore ma con amore, piantando semi che silenziosi fanno crescere rami e alti fusti che a loro volta distribuiranno altro frutto con una moltiplicazione che soddisfa davvero i bisogni delle persone.

Non credo che queste elezioni, queste proclamazioni, avranno questa forza di aiutare là dove serve e anziché concreto aiuto nel fare porteranno inutili bandiere dietro le quali ormai neanche si riconosce più la maggior parte delle persone; con buona pace di chi crede che più del 50% di astensione sia sinonimo di vivere in una nazione libera e matura!

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