La democrazia, governo del popolo, sembra essersi identificata obbligatoriamente
con il sistema partitico che dovrebbe essere garante di quella rappresentatività
necessaria a non escludere nessuno dal potere così che tutto il popolo venga
messo nella condizione di poter decidere. Ma è davvero ancora così? Dopo la fine
della prima repubblica, dei partiti di massa e del sistema proporzionale puro si
può ancora pensare che coloro che siedono in parlamento grazie ai pariti
rappresentino la stratificata e variegata popolazione italiana? O sono solo
un'élite autoreferenziale che alimenta il suo stesso sistema fingendo di
cogliere dalla popolazione che dovrebbe rappresentare i suoi deputati mentre
nella realtà il sistema clientelare sceglie da sé in base alle opportunità e
necessità che via via si manifestano?
Voglio aprirvi gli occhi su come
abbiamo ormai confuso insieme democrazia e partiti da arrivare a pensare che non
si possa sostenere l'una senza la presenza degli altri mentre sarebbe possibile
creare un sistema politico in grado di reggersi su un vasto consenso dovuto alla
vasta rappresentanza, dei meccanismi di altro controllo che garantiscano pesi e
contrappesi con un occhio all'efficienza del processo legislativo così da dare
risposte quanto mai rapide ed efficaci.
Bisognerebbe abolire l'inutile senato
per avere un parlamento formato dal solo "Consiglio d'Italia" in cui siederanno
500 consiglieri così decisi:
- 150 scelti dai partiti politici presenti nei
consigli regionali in base al peso nazionale di ciascuno (150 si dividerà per il
numero totale dei consiglieri regionali esistenti per poi moltiplicare il
risultato in base al totale dei consiglieri di ciascun partito e applicando gli
opportuni arrotondamenti)
- 200 scelti dalle associazioni sindacali e di
categoria dei datori di lavoro (andranno stabilite le associazioni ufficiali che
avranno sufficiente base da ritenersi nazionalmente rilevanti: cisl, cgil,
confindustria, confartigianato, etc etc)
- 120 cittadini eletti con un sistema
proporzionale puro e cadidatisi senza appoggio di partiti o categorie
- 20
scelti dalle associazioni di volontariato e soccorso (croce rossa, croce blu,
protezione civile, etc)
- 10 scelti dal capo dello stato
Il Consiglio così
organizzato rimarrà in carica 10 anni ma ogni due anni 1/5 dei suoi componenti
potrà essere rieletto (nel momento dell'istituzione 1/5 rimarrà in carica solo 2
anni, un altro 4, 6, 8 e al decimo anno si entrerà a regime con i Consiglieri
che saranno potenzialmente sostituiti al loro decimo anno in consiglio).
In ogni
caso nessun Consigliere scelto potrà essere sfiduciato e quindi non esisterà per
nessuno vincolo di mandato.
Gli equilibri e le garanzie saranno rispettati
grazie al fatto che il consiglio può potenzialmente vedere cambiati gli
equilibri di potere ogni due anni e che l'estrazione eterogenea dei suoi
componenti dovrebbe apportare idee ed energie continuamente diverse così da
trovare sempre la miglior sintesi per il bene del paese.
Lasciando inalterato
ogni altro potere dello stato (Presidente della repubblica, consiglio dei
ministri) e ogni altra procedura (formazione delle leggi, nomine, commissioni,
etc) la sola drastica riduzione del potere dei partiti nell'organo legislativo
nazionale a favore di una migliore rappresentatività delle varie fasce della
popolazione porterebbe a un riavvicinamento delle persone alla vita pubblica, a
un maggior sostegno del parlamento da parte delle persone e una generale
sensazione che le decisioni prese saranno un'emanazione della volontà del paese.
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