Il
quintale. Mi rimase impressa quella parola. Avevo raggiunto e superato il
quintale.
"Il quintale
si usa per la carne, la sabbia, la calce; ma non per il peso delle persone!" No dai
una persona di 1,77 centimetri di altezza non può umanamente pesare un quintale
salvo sia tutto un unico pezzo di muscolo!
La
decisione fu quindi una, drastica, impegnativa e irrevocabile: dovevo perdere
peso.
Punto e
basta. Io sono così. Obiettivi semplici e facilmente comprensibili dall’IO (un
bambino molto capriccioso che vuole fare sempre di testa sua e che se ha anche
la scusa di non capire quello che deve fare non si ferma più). Sono anche
tenace. Essì chi ha voluto sperimentare il “chi la dura la vince” con me ha
sempre perso. Non mollo. Mai. Sono implacabile.
Non era
sicuramente la mia materia la “dietologia” ma l’ho studiata. Eccome. Siti
internet, blog, forum, consigli, trasmissioni, riviste e ogni forma di
comunicazione in cui si affrontasse l’argomento metabolismo, corpo, cibo e
assimilazione.
Ho studiato
per bene cosa siano carboidrati, proteine e grassi ma soprattutto come vengano
usati e gestiti dal nostro corpo. Mi sono studiato per bene come funziona il
metabolismo e mi sono anche fatto delle mie teorie su come il corpo reagisca
alla privazione del cibo.
Se siete
arrivati fino a qua siete interessati a capire come il ragazzo in alto della
foto sia diventato il secondo… bene, che
il viaggio abbia inizio!
Allora
prima di tutto partiamo dal presupposto che se togliete Kcal (che sono un po’
come i litri di benzina con cui si calcola il consumo di un motore) il corpo
che non è stupido andrà in una specie di stato di protezione: sentendo che
inizia un periodo di “carestia” inizia ad abbassare il metabolismo per
consumare di meno a riposo e cerca di immagazzinare tutto quello che si mangia.
E’ quindi
importantissimo non essere altalenanti quando si inizia la dieta calando le
Kcal ma essere metodici senza se e senza ma. Le prime due settimane non si
sgarra. Mai. Nelle due settimane successive (3^ e 4^ di dieta, per intenderci)
si sgarra un pasto e non lo si compensa: avete mangiato pizza e dolce con gli
amici? Ok il giorno dopo dieta come sempre e non si salta un pasto che sia uno!
Ecco che
qui inizia la mia personalissima teoria: il nostro corpo frutto di millenni di
adattamento come raccoglitori/cacciatori (spesso di carogne, dove essere veloci
e violenti rispetto agli altri approfittatori è fondamentale) passata una prima
fase in cui si accorge che le Kcal sono calate e si mette in protezione arriva
in una fase dove innesca un vero e proprio “volano”. Inizia cioè a capire che la mancanza di Kcal
e di peso è fondamentale per poter essere più veloci, combattivi e quindi
efficaci nella ricerca del cibo e quindi delle agognate Kcal. Se noi saremo
bravi a passare il primo mese insomma a quel punto sarà il nostro corpo ad
aiutarci nel perdere peso. E per far questo è importante capire fin da subito
che non si può solo calare il cibo: va aumentata l’attività sportiva! Non si
può pensare di dimagrire da sedentari: la bicicletta è ottima per chi deve
perdere molto peso e non vuole affaticare le articolazioni (anch’io ho
impostato tutto su bici, passeggiate ed escursioni senza corsa!). Anche fare
esercizi come addominali, flessioni e qualche estensione con un peso da 7 Kg è
importante per rassodare e tonificare durante la perdita di peso (da anche
soddisfazione arrivare ad avere qualche muscolo un poco definito).
Ma
arriviamo al dunque: come si mangia?
Allora è
importante tenere come assetto generale l’idea che la mattina si mangia una
porzione minore di carboidrati, a pranzo la porzione maggiore e a cena
poco/niente. I grassi vanno distribuiti in maniera omogenea e le proteine vanno
tenute per il dopo attività sportiva/cena.
Il primo
passo è stato eliminare completamente la dolcificazione: no zucchero in niente.
Punto e basta. Ti cambia il palato e nel giro di un paio di settimane senti
talmente tanti gusti e aromi in più che ti chiedi perché non l’hai fatto prima.
Idem nella quotidianità per tutte le salse e salsine ketchup, barbecue etc.
Chiari di
questo la MIA dieta (e ribadisco, non sto dando consigli medici e non sono un
medico. Leggetela come una storia e fate come vi pare perché non sono responsabile
della salute di nessuno) nel primo mese si è composta di:
-
COLAZIONE:
4 fette biscottate integrali, un monoporzione di marmellata
da spalmare, un Actimel
e una tazzina molto abbondante di caffè macchiato (poco meno di un cappuccino)
sempre sottointeso senza zucchero
-
PRANZO:
2 barrette muesli tipo “Special K” (qui datevi un premio, dai siete bravi, non
carcerati, io facevo: 1 ai frutti rossi + una al cioccolato) e 2 buste
monoporzione di frutta (ci sono anche in vasetti, sempre da 100g senza
conservanti o zuccheri aggiunti. Meglio se bio);
-
MERENDA:
se era nei tre giorni (un giorno sì e uno no bicicletta, sabato e domenica
stop) di bici o una banana o delle proteine come sgombro o tonno assolutamente
non in olio;
-
CENA:
sbizzarritevi! Assolutamente no frutta (al limite un arancio o 3 mandarini o 4
noci o 2/3 mandorle) ma tanta verdura di qualunque tipo vi piaccia (broccoli,
cavolfiori, insalata, carote, melanzane, etc. basta NO PATATA) e una proteina.
Una sera uova, un’altra anche affettato (perché no magari un bel carpaccio di
bresaola?!), una bistecca, un petto di
pollo. Il tutto poco condito e cucinato usando pochissimi grassi aggiunti
Superato il
primo mese nel secondo il pranzo è diventato insalata + pane integrale, insalata
+ cornetto integrale, insalata + focaccia e a volte anche un pezzetto piccolo
di pizza. Ma sempre tutti i santi giorni insalata (chiedete ai miei colleghi…) per
settimane con la stessa colazione e la stessa cena varia.
In caso di
attività anche a metà mattina si può aggiungere tranquillamente una merenda:
occhio con le Kcal. State sulle 1600 e calerete senza traumatizzare l’organismo!
Capitolo
merendine: non sono il demonio. Una a volte che male può fare? Ma assolutamente
non devono essere la regola. Ma nemmeno lontanamente devono esserlo. A
colazione ad esempio: perché rinunciare alle fette integrali che sono perfette
come nutrienti e fibre in favore magari di un plum-cake? Ma per piacere!
Idem gli snack: al cinema perché non prendersi un popcorn? L’importante è che sia un premio. Quella cosa una volta ogni tanto. Come il cioccolatino o il dolce.
Importantissimo
non saltare mai un pasto solo perché una sera ci si è lasciati andare con gli
amici (una sera o un pranzo a settimana durante i primi mesi, non di più e per
nessuna ragione! Alternative per mangiare leggero anche fuori di casa ci sono
non chiudiamo gli occhi): si chiama pasto libero e non si compensa mai.
Che si può
compensare è quando gli impegni a cena fuori sono programmati: se questa sera
si esce a mangiare la pizza per festeggiare un amico inutile mangiare pasta a
pranzo. Meglio una bella insalata con tonno e mozzarella senza nemmeno
accompagnarla con del pane. Carboidrati se ne mangeranno sicuramente già tanti
la sera e nel giorno già ne abbiamo dalla colazione. Il corpo sa cosa fare: non
sottovalutiamolo mai!
E questo è
il punto: NON SOTTOVALUTIAMOCI MAI!
Non
rimandiamo la benedetta dieta a domani. Non interrompiamo la dieta oggi.
La “dieta”,
il mangiar bene come lo chiamo io è una cosa che ci accompagna per tutta la
vita.
Sentirsi
sazi senza sentirsi pieni, in salute con leggerezza senza flatulenze e continui
gorgoglii, andare in bagno regolari e non dover sempre essere i più lenti, i
più affannati e i più sudati.
La natura
ci ha resi grassi? E no… salvo casi rari (e tu che leggi non lo sei, punto.
Mettiti il cuore in pace) tutti gli altri come ho fatto io grassi ci sono
diventati. Come?
Mangiando
male e troppo!
Di come
sono andato in bici a maggio per la prima volta percorrendo 27 Km in 2h e 16
minuti per arrivare a percorrere ad agosto 51 Km in 2h e 18 minuti (non sto
scherzando, dati RUNTASTIC!!!).
Di come
sono passato in 8 mesi da 104 Kg a 70 Kg.
Di come mi
sembra di essere rinato in una nuova vita dove le cose dipendono da me e dalla
mia capacità/risolutezza e non più dal mio peso che non mi permette di andare
da nessuna parte.
Non sono un
medico, non posso dare consigli che vadano oltre il mio caso personale e non
voglio che li seguiate perché non posso esservi responsabile. Voglio solo
essere uno spunto. Quell’articolo letto e non ascoltato che però magari fra un
po’ vi farà pensare “Ehi ma cavolo quello ce l’ha fatta: perché io non dovrei?”
Sì,
infatti, lo chiedo io: perché non si dovrebbe?
Un grazie speciale anche a Roberto Albanesi che mi ha dedicato una pagina come testimonial nel suo sito (la potete vedere QUI) da cui ho tratto alcune nozioni e consigli che ho poi applicato nel mio percorso.
Un grazie speciale anche a Roberto Albanesi che mi ha dedicato una pagina come testimonial nel suo sito (la potete vedere QUI) da cui ho tratto alcune nozioni e consigli che ho poi applicato nel mio percorso.
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Luca Zecca
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