Passiamo i nostri giorni
credendo a volte che ciò che ci succede possa essere frutto del caos o di un
disegno superiore, come se le nostre azioni non fossero frutto della nostra
libertà di scegliere.
Questo concetto semplice permette a molte coscienze di sollevarsi
dalle colpe quotidiane e dalle cattive azioni: "la vita è ingiusta e io
come posso non esserlo?". Bene, io non credo sia così. Tolto il resto,
fatto da osservatori o al massimo "influenzatori", sono fermamente
convinto che nelle nostre vite siano solo due gli agenti: noi e la morte.
Sulla
seconda c'è ben poco da dire visto che oltre a non conoscerla non la possiamo
prevedere. La possiamo e la dobbiamo trattare come una nostra pari (una
"sorella", come nel Cantico delle Creature di San Francesco), senza
una connotazione negativa e senza inutili fatalismi. In sostanza obbliga le
cose ad andare avanti senza se e senza ma, obbliga a muoversi anche quelle
pedine che se no rimarrebbero ferme e mescola le carte di un mazzo che
altrimenti rischierebbe di essere noiosamente prevedibile. E al primo posto ci
siamo noi.
Inutile cercare cause allo scarso successo, alle continue
incomprensioni o accampare scuse al fatto che niente migliora: prima dobbiamo
guardarci allo specchio e lì troviamo la causa di tutto. Se non capiamo che noi
siamo il motore del nostro cambiamento e gli artefici del nostro successo non
possiamo recriminare alla vita di non darci le occasioni, a Dio di non
"aiutarci" e alla sorte di non tirarci addosso felicità e successo.
Quando le cose sembrano andare solo male e la nostra vita sembra chiudersi
verso un vicolo cieco, dobbiamo aprire gli occhi davanti al fatto che la forza
del cambiamento è in noi e che noi siamo i più grandi agenti delle nostre vite.
@Tosevita
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